“D’I FIORI E DE LE FOGLIE NOVE” n. 12 a cura di Gian Domenico Mazzocato

   

"D'I FIORI  E  DE  LE  FOGLIE NOVE"                                                                        n. 12                   

 

                              a cura di

                        Gian Domenico Mazzocato

"D'I FIORI E DE LE FOGLIE NOVE" n.12 a cura di Gian Domenico Mazzocato

D’I FIORI E DE LE FOGLIE NOVE
N. 12

a cura di Gian Domenico Mazzocato
Filippo il Bello e Clemente V / parte 1
Filippo IV il Bello, figlio di Filippo III l’Ardito, fu re di Francia dal 1285 fino alla morte (1314, era nato nel 1268). Il perché dei soprannomi resta sempre un mistero. Forse bello era davvero, per i canoni dell’epoca. Un suo feroce nemico, il vescovo di Pamier Bernard Saisset, lo paragonò ad un gufo, bellissimo ma inutile, dato che delegava a vari funzionari anche le faccende più importanti. Bellezza? Proprio Saisset ebbe a dire “Non è né un uomo e neppure una bestia, ma una statua”.
In pubblico Filippo era infatti freddo e distaccato. Rigido e inflessibile, si guadagnò anche un altro soprannome, le Roi de fer. Il contrario nella vita privata, bonario con gli intimi.
Sposò Giovanna I di Navarra. Ovviamente matrimonio politico, ma divenne un matrimonio d’amore. Quando, nel 1305, Giovanna morì, Filippo ebbe una vera e propria crisi spirituale. Giovanna gli diede sette figli. Tre dei quattro figli maschi furono re di Francia. Protagonista assoluto.
Dante lo cita più volte, direttamente o indirettamente: Inferno XIX, 87; Purgatorio VII, 109 (mal di Francia); Purgatorio XX, 46-47 e 90-93 (il novo Pilato); Paradiso XIX, 120 (quel che morrà di colpo di cotenna, cioè ucciso da un cinghiale durante una battuta di caccia). Ed è probabilmente lui il Gigante che trascina la meretrice (la Chiesa) lontana dalla sua pianta sacra, cioè Roma, che è e deve restare sede del papato (Purgatorio XXXII, 148-160 e XXXIII, 45). Feroce nemico agli occhi di Dante che sosteneva il sacro romano imperatore. Con la grave colpa di avere trasferito la sede papale ad Avignone.
Eppure, i due erano accomunati dall’odio per papa Bonifacio VIII. Nel 1296 il Re impose una decima sul reddito annuale della chiesa francese e il papa rispose con una bolla in cui vietava ogni trasferimento di proprietà, mobile o immobile, alla Corona di Francia. Filippo vietò allora alla Chiesa francese di fare offerte a Roma e Bonifacio dovette, seppur parzialmente, cedere.
Strano gioco (ma sempre uguale nei secoli) la politica. Il nemico di ieri diventa l’alleato di oggi.