“D’I FIORI E DE LE FOGLIE NOVE” n. 17 a cura di Gian Domenico Mazzocato

   

"D'I FIORI  E  DE  LE  FOGLIE NOVE"                                                                        n. 17                   

 

                              a cura di

                        Gian Domenico Mazzocato

"D'I FIORI E DE LE FOGLIE NOVE" n.17 a cura di Gian Domenico Mazzocato

D’I FIORI E DE LE FOGLIE NOVE
N. 17

Gustave Doré, il segno (e il cinema)
Dici illustrazioni della Divina Commedia e pensi solo a lui, Gustave Doré, l’incisore dal segno deciso e potente. Anche se centinaia sono stati disegnatori e illustratori che hanno graficamente raccontato il mistico viaggio di Dante. Dai fumetti alla pubblicità, alle immagini espressamente realizzate per illustrare il poema.
Paul Gustave Louis Christophe Doré nasce a Strasburgo 1832 e muore, appena sessantenne, a Parigi nel 1883. Non seguì corsi di studio regolari. E tuttavia, giovanissimo, si aggirava per le sale del Louvre osservando, “rubando”, immagazzinando idee ed informazioni. Si manteneva disegnando vignette satiriche per il giornale “La caricature”.
Caricaturista e incisore. Tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta lavorò tantissimo. Nel 1852 illustrò libri per lo scrittore ed editore Paul Lacroix: Rabelais e i 425 disegni per i “Contes drôlatiques di Balzac”. Folgorante carriera che lo portò ad illustrare molti capolavori: la Divina Commedia (1861), il Don Chisciotte (1862), la Bibbia (1864), il Paradiso perduto (1865).
Negli ultimi anni si dedicò prevalentemente alla pittura e alla scultura. “Il suo interesse per il mondo dantesco, si concretò in un intenso studio degli episodi più suggestivi delle tre cantiche, del quale sono testimonianza numerosi disegni originali e tentativi pittorici. Fu il primo saggio d’interpretazione dantesca, affidato ai settantasei disegni dell’Inferno, a decidere definitivamente della vocazione artistica del Doré come illustratore. Egli possedeva tutte le doti necessarie per venire incontro al desiderio di "volgarizzare" la Commedia (ma anche altri poemi) attraverso un’interpretazione grafica d’immediata suggestione: seguirono infatti anche le altre due cantiche, tuttavia, meno efficaci delle tavole dedicate all’Inferno, dove il gusto compositivo dell’artista aveva trovato, anche per il sapiente uso dei mezzi tecnici della grafica, il suo mondo congeniale.”
Una curiosità. Doré esercito un forte e costante influsso sul cinema. A partire dal “Viaggio nella Luna” di Georges Méliès per arrivare alle diverse versioni di King Kong, alla saga de Il Signore degli Anelli (soprattutto nelle scene che ritraggono selve e foreste). E poi il personaggio di Chewbecca in Guerre stellari e il gatto con gli stivali di Shrek.