“D’I FIORI E DE LE FOGLIE NOVE” n. 9 a cura di Gian Domenico Mazzocato

   

"D'I FIORI  E  DE  LE  FOGLIE NOVE"                                                                        n. 9                   

 

                              a cura di

                        Gian Domenico Mazzocato

"D'I FIORI E DE LE FOGLIE NOVE" n.8 a cura di Gian Domenico Mazzocato

D’I FIORI E DE LE FOGLIE NOVE
N. 9

Dante e i papi / ieri
"Se’ tu già costì ritto, / se’ tu già costì ritto, Bonifazio? " (Inferno XIX, 52-53). Coi papi del suo tempo, immagine della decadenza della Chiesa, Dante va giù di randello. Li caccia all’Inferno, nel girone dei simoniaci (canto XIX, appunto). Non c’è Pietro da Morrone, Celestino V, che, dimettendosi, spianò la strada a Bonifacio VIII. E non è certo che sia colui “che fece per viltade il gran rifiuto” (Inferno, III, 60).
I papi in vita stravolsero il loro ruolo e qui stanno impiantati in buchi scavati nella pietra a testa in giù. Chi parla è papa Niccolò III (al secolo Giovanni Gaetano Orsini, papa dal 1277 al 1280). Non vede e quindi pensa che chi fa rumore “là fuori”, vicino ai suoi piedi, sia papa Bonifacio (Benedetto Caetani, papa dal 1294 al 1303). Caetani istituì il Giubileo (1300), evento di enorme significato religioso ma anche di grande portata economica soprattutto per l’avvilente commercio delle indulgenze.
Clemente V (Bertrand de Got, 1305-1314), il papa che assunse la tiara come simbolo del potere e che sfregiò la Chiesa portandone la sede ad Avignone, in Provenza, dove rimase per più di mezzo secolo (papa dal 1309 al 1377). La cosiddetta cattività avignonese. Il palazzo dei papi era una sorta di Bengodi. Per dire, un’enorme stanza è adibita a barbecue (il soffitto è un immenso camino) per quotidiani menù da decine di portate.
Dante vide, conobbe. Non poteva non condannare. Dall’alto del suo magistero morale, del suo impegno etico, civile e politico. Il papa deve fare il suo mestiere, occuparsi di anime. Lasci che sia l’imperatore (si intende di Germania, erede del Sacro Romano Impero) ad occuparsi di politica. Le interferenze tra le due sfere provocano disordini e guerre.
Nell’immagine, i papi corrotti si trovano conficcati in buchi scavati nella roccia. Capovolsero il senso del sacro e ora sono a loro volta capovolti per l’eternità. Nello stravolgimento totale una fiamma brucia i loro piedi nel ricordo della fiammella dello Spirito Santo che scese sulla testa degli apostoli.

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